[PRESENT] - Ufficio Crawford, [I° Piano]

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view post Posted on 1/8/2015, 08:31     +2   +1   -1
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Recluta

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Cosa era riuscita a cavarne fuori? Niente di soddisfacente , come sempre ormai . Pareva quasi che il lavoro per il quale aveva sacrificato ogni fibra di sé non la convincesse più. Aveva cercato di stilare un rapporto quanto meno presentabile - Jack Crawford del resto desiderava solo il meglio per la Sezione di Scienze Comportamentali - ma rileggendolo mentre si dirigeva verso l'ufficio di Jack notava quante lacune e quanta poca minuzia di dettagli fossero presenti in quel resoconto.
Il Ginevrino - così chiamavano Alex Grumas - aveva spontaneamente confessato , dopo ben tre settimane dal ritrovamento dei cadaveri della moglie e delle sue due figlie , il suo efferato crimine. Ora spettava a lei, una vera e propria agente decorata dell'FBI svolgere tutte le pratiche e tutti i lavori di burocrazia .
Già tempo fa quando ancora era una studentessa a Quantico per Jack Crawford aveva compiuto dei lavori , ma mai quello della segretaria. Del resto andare ad interrogare un pazzo come Lecter al Manicomio non era di certo un lavoro per una segretaria.
Arrestò la sua avanzata stringendo tra le mani il plico di fogli che avrebbe dovuto da lì a poco consegnare. Nessuna novità , nessuna parola su Hannibal Lecter , doveva cercare di toglierselo dalla testa , era già tanto esser riuscita a mantenere il suo posto di lavoro nell'FBI dopo l'accaduto a casa di Krendler.
Sospirò chiudendo appena gli occhi , doveva riprendersi ed allontanare per la seconda volta quei pensieri dalla sua testa.
La media delle volte in cui ormai pensava ad Hannibal stava spaventosamente aumentando , tutta la documentazione sul Cannibale era ancora negli archivi, avrebbe potuto avere il permesso da Jack di inoltrarsi per cercare notizie che la prima volta erano sfuggite al suo occhio.
Deglutì, era il suo compito quello di acciuffare Hannibal, solamente il suo, lei del resto aveva lasciato che l'uomo scappasse e compiesse quel crimine, solamente lei.
Riaprì gli occhi procedendo nella sua avanzata.
Si fermò dinnanzi alla porta dello studio di Jack.
Bussò solamente una volta, gli occhi erano già all'interno della caotica stanza.

"Buongiorno Starling. Entri pure."



Gli occhiali alla mano, il Guru della Sezione di Scienze Comportamentali aspettava l'arrivo di Clarice Starling, sua pupilla ormai da anni assieme all'Agente Speciale Graham. Ormai poteva considerare entrambe sue creature, del resto li aveva cresciuti e spinti deliberatamente nella bocca del lupo o meglio del Cannibale di Baltimora. Non si era mai perdonato ciò che era successo e ora il triste copione pareva starsi per ripresentare dinnanzi a Starling. La fece accomodare dietro la sua scrivania mentre inforcava gli occhiali, nessun sorriso sul suo volto.


Clarice fece qualche passo guardandosi come sempre in giro, la stanza di Jack Crawford era piena di scartoffie , resoconti su casi chiusi e aperti, quella stanza era veramente un "mare magnum". Tirò un sospiro per poi accomodarsi di fronte al vecchio capo.



" Buongiorno Signore , ho qui il resoconto sul Ginevrino come mi aveva chiesto. Poche informazioni, ha confessato di sua spontanea volontà, nulla di più."

Come sempre Starling sentiva addosso il peso degli occhi di Crawford che parevano scavare dentro la sua testa , no , non avrebbe permesso a nessuno di vedere che cosa aleggiasse ora in lei . Depositò il plico di fogli dinnanzi a Jack Crawford , non aveva motivo di rimanere lì.

"Starling , sono mesi ormai che Lecter è scappato. Novità?"

Clarice sentì il sangue gelarsi, doveva rimanere calma, quell'argomento aveva ancora la facoltà di scuoterla , non doveva lasciar trapelare nessuna emozione a riguardo del Cannibale.

"Nessuna novità, Signore , è svanito come il fumo. Nessuna pista , nessun caso che possa essere rimandato alla sua persona. Se ci dovessero essere novità sarebbe il primo a saperle, Signore."



Jack si portò in avanti con il busto fissando Starling negli occhi chiari sperando di leggere qualcosa , quella notte in cui erano riusciti a salvarla e portare ciò che rimaneva di Krendler fuori pareva aver cambiato per sempre Clarice Starling, perché? Era questa la domanda che si facevano tutti. Sicuramente non aveva abusato di lei, Lecter era un gentiluomo , ma cosa era successo? Cosa si erano detti?



" Va bene , Starling . Nessuna pista, Hannibal è bravo a far perdere le sue tracce. Se dovesse spuntar qualcosa di nuovo o dovessi ricordare qualcosa circa quella serata è pregata di dirmelo. Tutto può esserci utile. Vada , Starling.

Non fece una piega l'Agente Starling, perché mai avrebbe dovuto. Si congedò in fretta , non aveva come sempre motivo di farsi esaminare da Jack Crawford , avrebbe capito quanto aveva mentito circa quella notte . Era stata astuta , si era finta drogata almeno non avrebbero scavato oltre.
In fretta uscì dallo studio di Crawford .
Cosa avrebbe mai potuto dire a Jack? Hannibal Lecter l'aveva baciata, era questo che doveva dire?



Edited by Clarice M. Starling™ - 28/8/2015, 19:05
 
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view post Posted on 20/8/2016, 17:06     +1   +1   -1
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:clarice:

Se solo fosse stato un maledetto incubo la sua vita, ciò che aveva vissuto, i ricordi che ad ogni passo sembravano accompagnala. Aveva pensato che tutto ciò che aveva avuto davanti per alcune ore fosse frutto della sua allucinazione, ma tetro il messaggio, tetro il regalo, una firma che conosceva.
Dai i suoi incubi peggiori, Hannibal Lecter era tornato, la sua ricerca dunque si era conclusa prima del previsto?
Hannibal si era presentato alla sua porta,munito di un dono, non era stata necessario stanarlo, il cacciatore aveva stanato la sua preda.
Ma Clarice si reputava realmente tale?
Aveva smesso di ragionare su cosa fosse per Hannibal Lecter e cosa rappresentasse per il cannibale, sapeva ciò che doveva fare quel mattino ed era portare le prove al Guru.
Aveva avvertito telefonicamente chi di dovere prima di recarsi all'FBI, naturalmente caldeggiando alla calma, Hannibal Lecter era tornato in America per saldare un vecchio conto.
Era la seconda volta che scopriva il fianco, questa volta avrebbero potuto colpirlo, almeno questa era la speranza di Clarice Starling ora di fronte alla porta di Jack Crawford, nella sezione di Scienze Comportamentali.
Quella porta, l'ombra dello stanco Jack che si poteva intravedere dietro i vetri, la prima volta la ricordava ancora quando era stata ammessa alla sua presenza per il caso Buffalo Bill.
Quanti anni erano passati?
Erano invecchiati entrambi, Hannibal Lecter ancora in fuga, aveva un conto in sospeso con lui e questa volta, giurò alzando la mano verso la porta, non l'avrebbe fatta franca.
Bussò due volte, un " Avanti" fu la risposta.
Dal tono di voce, Clarice comprese lo sconforto e lo sgomento del vecchio capo prima ancora che ne vedesse la figura.
Eccolo , aperta la porta, che si stagliava malconcio nella sua divisa pallida, il grigio che indossava non aumentava la vitalità di un corpo ormai spento. Ebbe un tremito, le dita stringevano la documentazione di Hannibal Lecter, quella da lei vagliata personalmente negli anni.
Adesso avrebbero aggiunto un ultimo capitolo, si disse nella mente.
Gli occhi di Clarice Starling si mossero velocemente.

" Buongiorno, Signore..."

Jack le fece segno di sedersi, sembrava impaziente.
Si accomodò di fronte al Guru, mai come allora le apparve stanco ed anziano, quanto gli mancava al pensionamento?
Veramente poco, dopo il caso di Buffalo Bill e la morte di Bella, aveva avuto una rapida discesa si ritrovò a pensare, ma se era quello che era, Clarice lo doveva anche all'aiuto di Jack.

CITAZIONE
" Il vecchio Jack deve essere molto impegnato se recluta degli studenti come aiutanti. E' troppo impegnato a dare la caccia al nuovo arrivato, a Buffalo Bill."

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Ancora una volta quella maledetta voce si faceva strada nella sua testa.
Perforava i limiti del tempo, la sentiva chiaramente.


" E' tornato, Starling. Lo sapevamo. E' tornato perché il mondo lo annoiava fin troppo. Lecter ama troppo questa nostra fottuta America da non tornarci ogni volta..."

Clarice taceva a quella presentazione.
CITAZIONE
" Lui è qui per me, deve saldare un conto in sospeso con me."

Pensò chiaramente, ma rimase in silenzio più dovuto preoccupando l'anziano Jack.

" Non importa il movente che ha spinto Lecter fuori dalla tana. E' qui. Ho mandato la bottiglia di Barolo a Price, esaminerà le impronte, qualche parziale si potrà trovare per quanto è di Lecter che si sta parlando..." non di uno qualunque, era scappato sotto il naso di tutti, anche il suo del resto.

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" Ho qui la documentazione... Come potremo muoverci? Non tornerà a Baltimora.. Dobbiamo controllare le varie proprietà in possesso di Lecter e dei suoi pazienti deceduti. Può darsi che in qualche fittizio testamento sia stato lasciato qualcosa a Lecter, un podere, una proprietà dove nascondersi..."
 
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Will Graham1
view post Posted on 30/8/2016, 22:46     +1   +1   -1




:will:

Dopo giorni di indagine in cui ha cercato di capire a fondo la personalità del Drago, gli sembra di iniziare a conoscerlo davvero e si sente vicino a lui, tanto da avere l'impressione di condividere dei momenti:

"Si sforzò di capire il Drago.
Certe volte, nel silenzio quasi materiale delle case delle vittime, lo spazio in cui era passato il Drago si era mosso come se cercasse di parlare.
A volte Graham si sentiva vicino a lui. Negli ultimi giorni gli era ritornata una sensazione che ricordava di aver provato durante altre indagini: la sensazione che lui e il Drago durante il giorno facessero le stesse cose, che ci fossero dei paralleli nelle loro attività quotidiane. Chissà dove, il Drago mangiava, si faceva la doccia, o dormiva quando anche lui lo faceva.
Si sforzò di conoscerlo." (T. Harris)

È quella la sua maledizione, la consapevolezza non la rende meno gravosa. Qualcuno ha affermato che non esiste presa di coscienza priva di dolore, qualcun altro ha asserito esattamente il contrario e Will non sapeva di per certo per quale motivo la sua mente confusa fosse fomentata da citazioni delle quali non era neppure in grado di ricavare una fonte esauriente -per quanto ne sapeva potevano provenire dalla bocca del più grande filosofo di tutti i tempi così come da quella di Alana, di Jack, di Bedelia o di Freddie Lounds..-, non è il momento. Un momento, letteralmente uno soltanto, poi diviene buio, nero, denso come il sangue che li avvolge come un drappo sensuale e funereo.
Un momento, i suoi occhi così vicini e velati da una patina che riesce ad occultare l'aura vitrea di quelle iridi sanguigne e particolari, identiche a quelle di un predatore senza remora; un momento e le sue mani, le proprie aggrappate agli stralci della camicia rovinata, un momento e il suo respiro trattenuto, l'odore del proprio sangue e quello tipico della polvere da sparo. Le urla di Walter.
Dolarhyde: un momento, uno soltanto, la sua maledizione. La consapevolezza. Il dolore.
La bellezza estatica e turpe ed il petto gonfio di eccitazione morbosa, malsana, ecco il suo divenire. Ecco la felicità di questi anni interrotta in pochi attimi.
Guardami come ti guardo io, come mi guardi da sempre.
La consapevolezza, la mancanza del dolore. Sta forse morendo?
Le mani di Molly che lo sfiorano. Quelle mani...
Non c'è posto che gli appartenga più di quello. La ama e sa che amarla è tutto ciò che può fare. Molly che ha sempre una risposta per tutto, lei che ora si limita a bere la vita dalle labbra di Will ed a cibarsi del suo solo respiro, ora si limita a trovare ristoro nella sua voce spezzata da una debolezza ormai dilagante, ingigantita dall'adrenalina che scivola viscida lontano dai corpi feriti e grondanti, maltrattati.
Non parla e poi tacquono entrambi, non c'è niente da dire, non hanno realmente bisogno di parole. Tutto si confonde e si mescola in quell'abbraccio dalle sfumature cariche di una disperazione esaltante, di una pace paradossale e di un tumulto che si maschera, ancora un momento.
L'ultimo, l'ultima volta il suo calore, l'ultima volta un abbraccio nel quale ritrova sé stesso, l'ultima volta il battito del suo cuore premuto contro l'orecchio. Morirà, ne è certo. Non teme la morte; la conosce e la accetta, non ha paura, quella ferita è mortale.
L'ultimo istante, l'ultimo davvero, poi il nulla.
Denso, buio. Un urlo silenzioso, "perdonami" poi il sibilo del silenzio. Nero, la luna è l'unica fonte di luce,!nessun dolore e la lentezza di un abbraccio disciolto nel sale di lacrime mai piante.
Addio.

[...]

Com'era stato il risveglio? Il convivere con il senso di colpa?
Ogni qual volta ripensava a Molly e Willy in balia di Francis... La coscienza tornava a galla e sentirsi è orribile, la percezione di sé e del proprio corpo lo destabilizza profondamente, il respiro gli si incastrava in un punto imprecisato della gola e riempire i polmoni fa male. Tossiva ed il rantolo raschiante riecheggia nel paesaggio deserto, inanimato se non dai propri esasperati spasmi, perché poteva ancora respirare?
Cos'è quel barlume di concretezza? Perché è ancora in grado di formulare pensieri coerenti? Quasi coerenti. Il capo duole e fa male anche pensare, non ci riesce, la pelle brucia, un dolore fantasma che gli rimandava fitte profonde in quei punti in cui la lama sottile del Drago ha lacerato, altre cicatrici. La guancia sfregiata cosa significherà? Stendardo di vittoria oppure di una sconfitta deflagrante? Al momento l'idea di star percorrendo nuovamente gli asettici corridoi della sede dell'Fbi lo stava turbando notevolmente.
Tuttavia quando Jack chiamava non accettava un no come risposta.
Sospirò mentre si dirige verso l'ufficio del guru, la mano destra infilata nella tasca dei classici pantaloni beige, nella mano sinistra stringe i faldoni riportanti i dati sulla Fatina dei denti.

«Che tu sia maledetto, Jack».

Ha conosciuto Crawford quando questo gli chiese aiuto per il caso del "Gufo del Minnesota" mentre insegnava all'accademia dell'FBI e la loro 'collaborazione' è continua con la ricerca dello Squartatore di Chesapeake e del Lupo mannaro.
È sempre stato conscio che Jack lo sfrutta; pur tenendo alla sua vita e prendendo sempre le dovute precauzioni, aveva sempre cercato di spingerlo al limite mettendo così a repentaglio la sua salute fisica e mentale per catturare gli assassini.
Il loro rapporto è strettamente connesso al lavoro ma il guru lo conosceva abbastanza da sapere quando è il caso di sopportare i suoi sbalzi d'umore e le sua l'irruenza pur di permettergli di concentrarsi e fare il suo dovere.
Quindi si, è cosciente che Jack talvolta riusciva ad approfittarsi di lui perché sa cosa dire per farlo sentire in colpa e convincerlo a collaborare, ma si fidava del suo giudizio e, una volta accettato di lavorare all'indagine, è disposto a tutto pur di trovare l'assassino.

«Fin a spingerti a rovinare la tua famiglia, Will? Com'è il sonno di Molly? Com'è lo sguardo di Walter?»

Mormorò fra sé mentre varcò la soglia dell'ufficio di Jack. Non aveva bisogno di annunciarsi, avere il viso deturpato è un valido lasciapassare.
Ma tutto ciò che riesce a fare è lasciare ricadere le braccia parallele ai fianchi.
L'Agente Speciale Clarice Starling.
Comprese il motivo della convocazione: Hannibal Lecter.

«No, Jack. Salve, Clarice.»

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2 replies since 1/8/2015, 08:31   131 views
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