Dopo giorni di indagine in cui ha cercato di capire a fondo la personalità del Drago, gli sembra di iniziare a conoscerlo davvero e si sente vicino a lui, tanto da avere l'impressione di condividere dei momenti:
"Si sforzò di capire il Drago.
Certe volte, nel silenzio quasi materiale delle case delle vittime, lo spazio in cui era passato il Drago si era mosso come se cercasse di parlare.
A volte Graham si sentiva vicino a lui. Negli ultimi giorni gli era ritornata una sensazione che ricordava di aver provato durante altre indagini: la sensazione che lui e il Drago durante il giorno facessero le stesse cose, che ci fossero dei paralleli nelle loro attività quotidiane. Chissà dove, il Drago mangiava, si faceva la doccia, o dormiva quando anche lui lo faceva.
Si sforzò di conoscerlo." (T. Harris)
È quella la sua maledizione, la consapevolezza non la rende meno gravosa. Qualcuno ha affermato che non esiste presa di coscienza priva di dolore, qualcun altro ha asserito esattamente il contrario e Will non sapeva di per certo per quale motivo la sua mente confusa fosse fomentata da citazioni delle quali non era neppure in grado di ricavare una fonte esauriente -per quanto ne sapeva potevano provenire dalla bocca del più grande filosofo di tutti i tempi così come da quella di Alana, di Jack, di Bedelia o di Freddie Lounds..-, non è il momento. Un momento, letteralmente uno soltanto, poi diviene buio, nero, denso come il sangue che li avvolge come un drappo sensuale e funereo.
Un momento, i suoi occhi così vicini e velati da una patina che riesce ad occultare l'aura vitrea di quelle iridi sanguigne e particolari, identiche a quelle di un predatore senza remora; un momento e le sue mani, le proprie aggrappate agli stralci della camicia rovinata, un momento e il suo respiro trattenuto, l'odore del proprio sangue e quello tipico della polvere da sparo. Le urla di Walter.
Dolarhyde: un momento, uno soltanto, la sua maledizione. La consapevolezza. Il dolore.
La bellezza estatica e turpe ed il petto gonfio di eccitazione morbosa, malsana, ecco il suo divenire. Ecco la felicità di questi anni interrotta in pochi attimi.
Guardami come ti guardo io, come mi guardi da sempre.
La consapevolezza, la mancanza del dolore. Sta forse morendo?
Le mani di Molly che lo sfiorano. Quelle mani...
Non c'è posto che gli appartenga più di quello. La ama e sa che amarla è tutto ciò che può fare. Molly che ha sempre una risposta per tutto, lei che ora si limita a bere la vita dalle labbra di Will ed a cibarsi del suo solo respiro, ora si limita a trovare ristoro nella sua voce spezzata da una debolezza ormai dilagante, ingigantita dall'adrenalina che scivola viscida lontano dai corpi feriti e grondanti, maltrattati.
Non parla e poi tacquono entrambi, non c'è niente da dire, non hanno realmente bisogno di parole. Tutto si confonde e si mescola in quell'abbraccio dalle sfumature cariche di una disperazione esaltante, di una pace paradossale e di un tumulto che si maschera, ancora un momento.
L'ultimo, l'ultima volta il suo calore, l'ultima volta un abbraccio nel quale ritrova sé stesso, l'ultima volta il battito del suo cuore premuto contro l'orecchio. Morirà, ne è certo. Non teme la morte; la conosce e la accetta, non ha paura, quella ferita è mortale.
L'ultimo istante, l'ultimo davvero, poi il nulla.
Denso, buio. Un urlo silenzioso, "perdonami" poi il sibilo del silenzio. Nero, la luna è l'unica fonte di luce,!nessun dolore e la lentezza di un abbraccio disciolto nel sale di lacrime mai piante.
Addio.
[...]
Com'era stato il risveglio? Il convivere con il senso di colpa?
Ogni qual volta ripensava a Molly e Willy in balia di Francis... La coscienza tornava a galla e sentirsi è orribile, la percezione di sé e del proprio corpo lo destabilizza profondamente, il respiro gli si incastrava in un punto imprecisato della gola e riempire i polmoni fa male. Tossiva ed il rantolo raschiante riecheggia nel paesaggio deserto, inanimato se non dai propri esasperati spasmi, perché poteva ancora respirare?
Cos'è quel barlume di concretezza? Perché è ancora in grado di formulare pensieri coerenti? Quasi coerenti. Il capo duole e fa male anche pensare, non ci riesce, la pelle brucia, un dolore fantasma che gli rimandava fitte profonde in quei punti in cui la lama sottile del Drago ha lacerato, altre cicatrici. La guancia sfregiata cosa significherà? Stendardo di vittoria oppure di una sconfitta deflagrante? Al momento l'idea di star percorrendo nuovamente gli asettici corridoi della sede dell'Fbi lo stava turbando notevolmente.
Tuttavia quando Jack chiamava non accettava un no come risposta.
Sospirò mentre si dirige verso l'ufficio del guru, la mano destra infilata nella tasca dei classici pantaloni beige, nella mano sinistra stringe i faldoni riportanti i dati sulla Fatina dei denti.
«Che tu sia maledetto, Jack».
Ha conosciuto Crawford quando questo gli chiese aiuto per il caso del "Gufo del Minnesota" mentre insegnava all'accademia dell'FBI e la loro 'collaborazione' è continua con la ricerca dello Squartatore di Chesapeake e del Lupo mannaro.
È sempre stato conscio che Jack lo sfrutta; pur tenendo alla sua vita e prendendo sempre le dovute precauzioni, aveva sempre cercato di spingerlo al limite mettendo così a repentaglio la sua salute fisica e mentale per catturare gli assassini.
Il loro rapporto è strettamente connesso al lavoro ma il guru lo conosceva abbastanza da sapere quando è il caso di sopportare i suoi sbalzi d'umore e le sua l'irruenza pur di permettergli di concentrarsi e fare il suo dovere.
Quindi si, è cosciente che Jack talvolta riusciva ad approfittarsi di lui perché sa cosa dire per farlo sentire in colpa e convincerlo a collaborare, ma si fidava del suo giudizio e, una volta accettato di lavorare all'indagine, è disposto a tutto pur di trovare l'assassino.
«Fin a spingerti a rovinare la tua famiglia, Will? Com'è il sonno di Molly? Com'è lo sguardo di Walter?»
Mormorò fra sé mentre varcò la soglia dell'ufficio di Jack. Non aveva bisogno di annunciarsi, avere il viso deturpato è un valido lasciapassare.
Ma tutto ciò che riesce a fare è lasciare ricadere le braccia parallele ai fianchi.
L'Agente Speciale Clarice Starling.
Comprese il motivo della convocazione: Hannibal Lecter.
«No, Jack. Salve, Clarice.»