[PRESENT] - Casa Clarice Starling

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view post Posted on 28/8/2015, 18:03     +2   +1   -1
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Non avere pace nel suo lavoro , era questo il suo destino . Rimanere fino ad un orario improponibile dietro a dossier fatti di magre informazioni e tante supposizioni , smettere di vivere e dedicarsi anima e corpo all'FBI , unica sua ragione di vita .
Posteggiò la sua auto in garage, aveva deciso di staccare prima da lavoro , il Ginevrino era stato preso , la sua presenza non era necessaria all'interno del Bureau , poteva prendersi la libertà di avere almeno una sera all'anno libera.
Di certo non si sarebbe divertita, non sarebbe uscita a ballare o conoscere qualche uomo , sarebbe stata a casa in compagnia della sua bottiglia di Jack Daniel's e qualche programma squallido in Tv dalla trama banale e scontata.
La sera era splendida , poté vedere un cielo limpido una volta uscita dalla macchina. Notava un manto stellato , una Luna timida a mostrare il suo vero volto . Un sorriso sfuggì alle labbra di Clarice mentre , ancora con il naso all'insù , chiudeva la sua vettura .

CITAZIONE
Alcune delle nostre stelle sono le stesse , Clarice..

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Abbassò rapidamente lo sguardo , la voce del Cannibale ancora echeggiava nella sua mente . Ricordava quella lettera alla precisione e quanto quella frase l'avesse colpita, ora a distanza di anni un cielo così perfetto sembrava ricordare nuovamente l'uomo . Non passava giorno che non lo ricordasse , non lo riportasse alla mente anche per un motivo banale .
Allontanò la mente da lui e da tutto quello che poteva comportare aumentando il passo .

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Si ritrovò nella sua abitazione velocemente , accese tutte le luci , una strana sensazione ora aveva preso piede nel corpo di Starling . Ricordare Lecter non era mai piacevole per la donna, soprattutto dopo l'accaduto a casa di Paul Krendler.
Quanto aveva mentito , quanto forse inconsciamente lo aveva salvato con quella versione dei fatti . Era stata reintegrata nei ranghi senza riserva , senza disonore, ma se solo avessero saputo cosa realmente era successo quella sera , avrebbero storto il naso dinnanzi a quella che chiamavano la Moglie del Mostro.
Tirò un profondo sospiro liberandosi della borsa e della giacca abbandonata su di un mobile diretta subito in salone .
Una volta giunse non ebbe alcun ripensamento , avrebbe bevuto qualcosa , avrebbe evitato qualsiasi pensiero e avrebbe dormito serenamente .
Un bicchiere pieno di Jack Daniel's accompagnò Starling verso la poltrona assieme alla bottiglia .
Iniziò a bere un bicchiere , poi un altro ...
Accese la Tv , il solito programma squallido , meglio dedicarsi al bere .
Riprese sentendosi priva di vincoli ora , la sua vita era un orrendo sbaglio, nulla sembrava quadrare.
Quel quarto bicchiere lo trangugiò con rabbia per poi adagiare il bicchiere vuoto sul tavolino ai suoi piedi.

"Hannibal , dove sei...?"

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L'aveva lasciato andare quella notte, perché ? Che cosa era nato in lei?
Nessuno sapeva la verità , nessuno sapeva del bacio e di quanto ancora , a distanza di un anno , la donna fosse scossa.
Aveva passato qualche mese in cura da un blando psichiatra. Era riuscita con i meccanismi di difesa ad evitare qualsiasi parola sconveniente sul Cannibale.
Lo stava difendendo , si stava difendendo con lui .
L'avrebbero congedata con disonore se avessero saputo la verità.
Perché fare quello per lui?
Alzò gli occhi al cielo .

CITAZIONE
"Lei è una guerriera , Clarice ... "

Nuovamente la sua voce. Era diventata la sua ossessione da quella sera , da quella volta a Baltimora quasi otto anni prima .
Chiuse gli occhi cullata da ricordi spiacevoli e da paure riguardanti il futuro.
Era la voce di Lecter ad accompagnarla come sempre e destabilizzare la sua vita.
 
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view post Posted on 1/9/2015, 11:49     +1   +1   -1
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A few hours later



Aveva esagerato questa volta con il bere , non era una novità ormai , Ardelia era via , non aveva nessuno che potesse controllare la sua dispensa . Aveva bisogno di staccare la mente , dimenticare quella vita che le era toccata in sorte così strana e quelle vicissitudini che in ultimo sembravano essere giunte come un uragano distruggendo ogni suo pensiero, ogni sua convinzione , anche la più labile.
Abbandonata sulla poltrona , la testa appena reclinata sulla spalla, cercava di dormire, ma quanto un sonno può essere ristorante nella sua condizione? Avrebbe dormito o avrebbe scoperto novità sul suo conto? Sperava , in quel frangente di lucidità prima di sprofondare nel sonno , di dimenticare in fretta quel sogno che si sarebbe presentato, sogno o incubo , ormai non faceva differenza.

~•A strange Dream•~



Un calore indefinito abbracciava le membra di Starling, un calore strano portato da un profumo che la sua mente riconosceva nei propri ricordi. Non comprendeva con esattezza la fonte di quelle due sensazioni, il buio pareva avvolgerla totalmente per quanto si sforzasse di comprendere che cosa succedesse. Aveva paura di quello che forse si sarebbe palesato ,difficile comprendere la fonte di calore che dentro di lei iniziava a farsi sempre più opprimente.
Sentì di tremare , avvertì delle labbra sul suo collo, delle mani che adagiate sui suoi fianchi la traevano ad un corpo.
Non ebbe difficoltà a riconoscere quelle labbra, quella leggera increspatura sul lato destro ora adagiata sulla pelle del suo collo.Cosa ci faceva lì Hannibal Lecter?
Perché era tornato? Quale erano ora le sue intenzioni?
Deglutì sentendo le mani bloccate improvvisamente all'altezza dei polsi da quelle dell'uomo, la teneva ferma , l'oscurità non le permetteva di comprendere con precisione dove si trovassero, l'unica certezza era l'uomo alle sue spalle.
Si dimenò , l'uomo stringeva i suoi polsi con ancora più forza.
Cosa poteva fare?
Iniziò a muoversi , le labbra di Hannibal s aprirono di scatto sulla sua pelle mordendola con violenza.
La donna gemette reclinando il capo, voleva liberarsi, ma sapeva sarebbe stato inutile.
Per quanto volesse liberarsi, Hannibal era la sua ossessione e quel momento lo dimostrava .

" Mi lasci, Dottore..."

Cercò di sussurrare con voce tremante mentre avvertiva i denti affondare con più forza nella sua carne , era un dolore piacevole.Ancora un volta tentò di liberare i polsi, l'uomo portò le sue braccia dietro la schiena bloccandola definitivamente.

"Ho attraversato mezzo mondo per assaggiarti, non basteranno mille anni per dimenticare il gusto della tua pelle, Agente Clarice Starling"

Sentì un dolore sordo alle braccia, Lecter stava stringendo la stretta , la donna era ferma, non si sarebbe potuta muovere senza sentire dolore.

"Brava bambina ..."

Le labbra di Lecter continuarono lente la loro corsa lungo il collo di Starling provocando alla donna un senso di disgusto e piacere.Era quello che cercava di nascondere...

"Stai tremando, Clarice , allora qualche emozione oltre l'odio riesco a suscitarlo in te..."

Avvampò alle sue parole , cosa poteva dire, pensare in quei momenti? Non riusciva a rispondere, muoversi come avrebbe voluto? Che cosa stava cercando ora da lei? Quali risposte? Quali emozioni erano nate in lei? A cosa alludeva? Avrebbe voluto liberarsi , le mani di Lecter erano più forti , l'uomo era più forte di qualsiasi sua resistenza. Percepì le labbra salire , scivolare sulla sua spalla. Sentì di essere vestita con lo stesso vestito della cena con Paul Krendler, un vestito scomodo che pareva però essere apprezzato da Lecter.
Avrebbe voluto gridare , ma Lecter fermò quella sua intenzione prontamente . La mano sulla bocca le vietò di urlare , i polsi bloccati dietro la sua schiena dalla sua mano.
Era immobile, non le avrebbe mai usato violenza, ne era sicura.

"Mi ascolterai ora, Clarice? Ascolterai te stessa? Pensi sia sconveniente ciò che sto facendo? Pensi siano sconvenienti i tuoi sogni su di me? Quante volte, ex agente speciale Starling, sono comparso nei tuoi sogni e nelle tue fantasie? Mi risponda, Starling , me lo deve."

La voce di Lecter era nel suo orecchio, carezzava la sua persona quanto le sue mani la tenevano ferma . Avrebbe morso , avrebbe gridato, ma quella voce riusciva da sempre a placare ogni suo attaccato, anche dei più furenti. Scosse la testa , udì una risata soffusa.

Menti, Clarice ... Menti a te stessa. Io conosco la verità, ma per quanto tu scapperai ancora? Agente Starling, arrestarmi potrebbe mettere fine alle tue fantasie su di me .. Cosa provi , Clarice...? Cosa provi sentendo le mie labbra?

L'uomo fece scendere la mano dalla sua bocca alla sua gola , piano la tirava indietro, contro il suo petto, contro le sue labbra ormai scese sulla sua spalla. Una mano ferma sui suoi polsi, l'altra sembrava viaggiare su di lei. Quella sola mano sfiorava la pelle del petto, della gola, ora si dirigeva verso il mento.

"Clarice... Cosa provi ora?"

Non rispose, sospirò una volta, una seconda, una terza, un leggero gemito si levò dalle sue labbra mentre Lecter iniziava a prendersi cura della sua pelle.

Brava , Starling... Così mi piaci...


Clarice sbarrò gli occhi sollevandosi dalla poltrona , che cosa stava succedendo all'agente speciale ? Perché sentiva di avere il fiato corto ? Che cosa aveva sognato?
La voce di Lecter ancora riecheggiava nella sua mente , era certa di averlo sognato , qualcosa doveva averla svegliata , ma ricordava poco.
Un brivido inconsapevole colse Clarice mentre si dirigeva nella sua camera .
Strinse i pugni .
Non avrebbe dormito , avrebbe lavorato , avrebbe cercato di dimenticare Hannibal , almeno quella notte se mai le fosse stato possibile.
 
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view post Posted on 14/8/2016, 21:32     +1   +1   -1
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Alla mia tavola non vi è spazio per la pietà

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Un mese dopo...

:hannibal5:

Passi velati ora accompagnavano un'avanzata che mai si sarebbe aspettato di concedersi così presto.
Un'avanzata in una casa che da tempo attendeva di rivedere ma che forse mai credeva di poter nuovamente figurare materialmente e non solo mentalmente, di fronte ai propri occhi.
La casa di Clarice Starling si apriva ora di fronte allo psichiatra, ricercato, pluriomicida, cannibale, ritenuto da chiunque un pazzo latitante.
Perchè dunque, data la sua fama, mettersi a rischio entrando proprio nella tana del lupo?
Nella dimora di quella stessa donna che pochi anni prima l'aveva nettamente e chiaramente rifiutato e dichiarato guerra?
Forse proprio perchè Lecter sapeva già da quella notte, da quel bacio da lei ricambiato, da quella cena consumata nell'abitazione campagnola dell'ormai defunto Paul Krendler, che Clarice non era realmente ciò che voleva far credere e ciò che davvero lei credeva di essere.
Clarice aveva bisogno di aprire gli occhi, occhi da sempre coperti e quindi incapaci di vedere, vedevano solo ciò che da anni gli altri le avevano insegnato di percepire: lei vestita con le vesti di agente speciale, lei che serviva la legge lasciandosi usare dalla stessa istituzione che tanto fedelmente tentava di rappresentare.

Sapeva bene della sua collaborazione con l'agente speciale Graham, Will. Proprio lui. Ma ora non era con il giovane profiler che Lecter sentiva di avere ancora un conto in sospeso, sebbene il loro passato non fosse stato mai saldato, c'era qualcun altro che bramava tanto di occuparsi di lui, il giovane pellegrino, Francis Dolarhyde. Un po' gli dispiaceva in realtà lasciare che il signor D si occupasse di tutto da solo, in vero non sapeva nemmeno se si sarebbe recato prima o poi a Baltimora o Wolf Trap. In quel caso ci avrebbe pensato lui. Ma valeva davvero la pena mettersi ora in gioco? Dopo tanto silenzio?
Che motivo evidente c'era adesso di raggiungere quell'abitazione?
Lecter sapeva bene che Clarice non era in casa, l'ultima volta che ne aveva varcato la soglia l'aveva trovata a riposare sul divano in compagnia di un bicchiere mezzo vuoto di Jack Daniel. Oggi invece Clarice era ancora al Bureau.
Non sapeva esattamente cosa la stesse trattenendo tanto, ma la sua Mustang non era posteggiata fuori. Lo psichiatra sapeva d'aver poco tempo, il suo intendo era semplicemente quello di lasciarle trovare qualcosa, non una lettera, non un biglietto, ma solo un dono. L'ultima volta le aveva regalato un vestito, delle scarpe firmate, questa volta aveva optato per una bottiglia di vino, inconfondibile la marca, indiscutibile l'anno, quello della data di nascita di Clarice. Un Barolo italiano d'annata. Il valore poteva essere davvero alto.

Mentre un sorriso ora si dipingeva sul volto dello psichiatra nel mentre lasciava la bottiglia adornata da fiocco rosso attorno al tappo, vicino al mobile del salotto, inspirò profondamente il profumo dell'area circostante. Avanzò verso il corridoio, percorse il tratto che lo condusse alla camera da letto, li vide il luogo dove Starling riposava abitualmente, quando non si fermava nel suo ufficio, in disordine. Le lenzuola smosse, il cuscino di traverso. L'uomo scuotendo la testa si avvicinò, decise di fare un po' d'ordine tirando le lenzuola e sistemando il cuscino. Forse era una velata scusa per concedersi ora di soffermarsi più del dovuto con il viso chinato e la schiena curva, verso il guanciale di Starling?
Poco importava, non era visto.
Lo psichiatra chiuse gli occhi, raccolse quel cuscino poco prima sistemato. Lo avvicinò al viso raddrizzandosi e ne inspirò a pieni polmoni l'odore. Gli occhi del cannibale si chiusero mentre le labbra ora sfiorarono la federa del cuscino.

"Oh, Clarice.."

Un solo sussurrò seguì numerosi sospiri emanati per quasi un minuto, prima che l'uomo riponesse il cuscino al suo posto.
Guardò il comodino di Clarice, non v'era molto, solo un bicchiere vuoto. Lo raccolse, ne sentì l'odore. Ancora Jack Daniel's.
Doveva essere davvero il suo liquore preferito.
Il tempo a sua disposizione ora era quasi finito, lo psichiatra diede un ultimo sguardo alla stanza di Clarice, dopo alla cucina e per ultimo al salone prima di dirigersi verso l'uscita.
 
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view post Posted on 14/8/2016, 22:25     +1   -1
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Qualche ora dopo...

:clarice:

Tirava con inusuale forza il freno a mano Clarice Starling, giornata inconcludente, doveva farci l'abitudine a quella routine priva di alcuno spessore che avrebbe semplicemente fatto guadagnare del tempo prezioso a pericolosi criminali.
A poco servivano le menti più brillanti dell'FBI se queste non desideravano lavorare assieme, avevano l'assurda paura di farsi scavalcare, di non apparire i migliori in un lavoro di squadra.
Inetti, così li giudicava Clarice, approfittatori sociali.
Ed erano suoi colleghi, cosa poteva cavarci da soggetti simili?
Solamente silenzio, questa era la linea di comportamento che aveva adottato negli anni. Rimase qualche istante in più nella sua vettura, le mani giunte sul manubrio, lo sguardo perso dietro a ricordi di gloria ormai sciupati dalla vivida realtà di cui conosceva trucchi e giochi.
Aveva desiderato giustizia, aveva conosciuto la corruzione.
L'FBI, credeva ancora in quell'istituzione con tutto il cuore.
Nel sedile del passeggero due faldoni attendevano i suoi occhi ed il suo esame, era la migliore, l'aveva sempre saputo.
Forse avrebbe chiamato Ardelia per un parere legale sulla questione.
Per ora aveva bisogna di una doccia e di relax.
Tolse le chiavi, controllò di aver preso tutto, ancora un secondo nella propria auto. Trovava quasi rassicurante quella vettura che ne aveva viste tante in sua compagnia. Un mesto sorriso prima di uscire la seguì.

Girò la chiave nella toppa due volte, per sicurezza.
Abbandonò la borsa a terra e i faldoni dei due casi da studiare nella notte sul mobile all'ingresso, per il momento desiderava essere una donna qualunque , proprio lei, che aveva conosciuto anche la gioia di essere famosa. Come l'avevano chiamata?
La sposa di Dracula, ai tempi, bizzarro nome, ma solamente ricordi quelli che vivevano nella mente di Clarice, lontani, inafferrabili.
Aveva deciso di farsi una doccia e l'avrebbe fatta, semplicemente.
Controllò prima la segreteria telefonica, nessun messaggio come sospettava. Non aveva una vita sociale al di fuori dell'FBI.
Non ricordava nemmeno l'ultimo uomo avuto.
Un nome le venne in mente, ebbe un conato a ricordarlo.
Il solo nome, seguito dall'immagine impressa nella mente, le fece venire voglia di scappare ancora più velocemente in doccia.

Si frizionò con forza i capelli con l'asciugamano, l'accappatoio stretto al corpo con uno stretto nodo. Si sentiva rinata grazia al contatto con l'acqua calda che era zampillata sulla sua pelle e sui suoi pensieri portandoli al silenzio quanto all'eliminazione temporanea.
Ora Clarice si dirigeva nuovamente verso l'atrio alla ricerca della borsa e dei casi abbandonati, percorse velocemente le stanze che si aprivano alla sua destra nel corridoio.
Era solita studiare i casi più importanti nella propria camera dove una scrivania troneggiava ai piedi del letto e sarebbe stato lì che avrebbe abbandonato ancora per qualche ora i casi.
Voleva dormire qualche ora, avrebbe impostato la sveglia per la mezzanotte ed avrebbe iniziato a lavorare.
Non aveva fame, solo una gran voglia di bere qualcosa di forte che le conciliasse il sonno.
Ormai di ritorno nella sua stanza, dovette fermarsi una volta depositati i fascicoli sulla scrivania.
Qualcosa non tornava.
Non aveva lasciato la stanza così ordinata, non aveva chiamato Ardelia per fare pulizie o qualsiasi altra persona.
Qualcosa troneggiava accanto al letto, verso destra, il lato dove dormiva.
Una bottiglia di vino, un fiocco rosso.
Le mani tremarono più del previsto, la mente chiamò quel nome prima che realizzasse che cosa stesse succedendo.

" Hannibal Lecter..."

Scandì con forza quel nome, ogni sillaba veniva pronunciata dalla sua bocca. L'incubo era tornato, la resa dei conti era giunta al suo ultimo atto.
Corse verso la bottiglia, Barolo, 19** , lo stesso anno della sua data di nascita. Non aveva bisogno di ulteriori conferme.
Barolo italiano, una firma tetra che la rispediva verso l'oblio del quale da settimane cercava l'entrata.
Hannibal dunque era tornato?
Reggeva la bottiglia con un panno per non perdere le impronte digitali latenti se ci fossero state, ma lo sguardo era fisso sul letto fatto.
Hannibal si era preoccupato anche di questo?
Depositò con attenzione la bottiglia.
Prese con violenza il lenzuolo, lo gettò a terra, successivamente il cuscino.
Avrebbe giurato di aver sentito l'odore di quell'uomo impresso nel suo letto : che si fosse addirittura riposato?
Chiuse gli occhi, sentì un grido in lontananza.
Desiderava vederla, parlarle.
Questo era anche il suo desiderio.

" Alla fine non hai resistito alla tentazione di vedermi di nuovo, Hannibal... E sarà questo a fotterti una volta per tutte..."

Sibilò verso la bottiglia, ora sapeva cosa fare.
 
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