[PRESENT] - Dimora Francis Dolarhyde

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view post Posted on 10/9/2015, 22:25     +2   +1   -1
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Alla mia tavola non vi è spazio per la pietà

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Era passato molto tempo da quando il dottor Hannibal Lecter riuscì ad evadere dalla sistemazione temporanea che l'FBI aveva adibito per lui durante il trasferimento dal Manicomio Criminale Statale di Baltimora a Memphis.
Ne era passato molto, anche se meno, dall'ultima volta che era stato avvistato e riconosciuto in America, due anni per l'esattezza. Quella notte di due anni prima, nella dimora estiva di Paul Krendler ove aveva avuto modo di vedere ed avvicinare per l'ultima volta l'agente speciale Clarice Starling, la stessa che aveva fatto di tutto per fermarlo ma non vi era riuscita. Capitava spesso allo psichiatra di tornare indietro nel tempo e ricordare quella stessa donna che era cresciuta, seppur a distanza, sotto i suoi occhi. Clarice Starling era diventata il nuovo obbiettivo di Lecter da anni ormai, specialmente dopo che lei gli aveva salvato la vita impedendo che la vendetta partorita dalla mente malata di Mason Verger, trovasse esito positivo.
Si era ripromesso di ricambiare il favore, di seguire il proprio istinto, la propria curiosità, il proprio interesse che lo spingevano unicamente verso di lei e verso la sua grinta, mostrarle un nuovo punto di vista della vita, un nuovo modo per comprendere la sua persona. Ma per riuscirci avrebbe dovuto percorrere una strada lunga, tortuosa, complessa. Clarice non era Will Graham, Clarice non era una sua paziente, Clarice non era capace d'essere manleabile sotto le sue mani come creta molle, avrebbe dovuto pazientare per arrivare nella sua interiorità più profonda e guidare lei stessa a conoscerla ed accettarla.

Hannibal Lecter era sempre stato un uomo amante della propria libertà e del piacere di godersela nei modi che più erano da lui graditi. Aveva trovato un'ottima sistemazione da qualche mese in una piccola periferia non troppo lontana da un noto centro città. Nessuno aveva potuto riconoscerlo, era abbastanza lontano ma sufficientemente vicino all'America per poter essere sempre aggiornato circa le novità e gli spostamenti dell'FBI.
Come di consueto lo psichiatra ogni mattiva leggeva sempre i giornali di cronaca, ascoltava i notiziari principali per non essere impreparato e, casualmente o forse no, di imbatté in diversi annunci, spesso ripetuti, scritti da un certo 'Nomade senza meta'.
Il dottore sapeva che Will Graham, tre anni prima della sua evasione, aveva portato avanti delle indagini sul caso de 'Il Lupo Mannaro', indagini per le quali chiese anche il suo supporto ma che si rivelarono poi inutili, dato che Francis Dolarhyde, il killer in questione, pareva essere riuscito a salvarsi facendo sparire ogni sua traccia.
Lecter si era sempre chiesto, dopo la sua evasione se il 'Giovane Pellegrino', così lui aveva deciso di battezzarlo, avrebbe cercato di mettersi in contatto con lui, magari tramite gli annunci dei giornali, o messaggi. Nulla di fatto. Lo psichiatra pensò di essersi addirittura perso qualcosa, difficile dato il suo occhio sempre attento al dettaglio, infatti quel giorno non ebbe dubbi: riconobbe lo stile, riconobbe il messaggio, riconobbe i codici celati da poche mirate lettere. Francis Dolarhyde stava comunicando al dottor Lecter il suo indirizzo. Aveva specificato tutto: Stato, città, via, numero.
Il dignor D. era stato molto scaltro, sapeva che solo Lecter avrebbe colto e sapeva che solo Lecter si sarebbe presentato puntuale all'appuntamento, non ci mise molto a raccogliere poche cose in una valigia per mettersi in viaggio, infondo non era troppo lontano da dove si era sistemato sotto la copertura di Alfred Madigan.

Era una sera di fine estate il giorno in cui Francis Dolarhyde aveva fissato il tanto atteso appuntamento al quale probabilmente sperava Lecter si sarebbe presentato. Quest'ultimo non mancò, infatti. Si trovava di fronte ad un'enorme abitazione, una villa, per l'esattezza. Ricordava che anche l'abitazione della defunta nonna del giovane pellegrino, ora probabilmente non èiù tanto giovane, era vasta ed immensa, così la descrivevano i giornali.
Dopo essersi guardato un po' attorno, Lecter suonò il tasto del campanello, un po' bagnato per l'umidità, sentendo poco dopo un suono sordo venire da dentro l'abitazione.
L'avrebbe accolto, era solo questione di minuti. Era curioso di conoscere di persona il grande Drago Rosso.
 
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view post Posted on 12/9/2015, 10:34     +1   +1   -1




:francis:

Francis Dolarhyde, seduto per terra a gambe incrociate in una stanza vuota illuminata dagli ultimi raggi di sole di quella giornata, stava meditando, o forse comunicando con la sua vera identità. Di fronte a lui, l'unico oggetto di arredamento: un grande specchio dall'aspetto antico.
Aveva sentito un'auto fermarsi sul suo vialetto, la portiera chiudersi e i passi giungere alla porta di casa.
Ed infine l'atteso campanello.
Con una grande calma, quasi la sua mente fosse assente, Francis si alzò, lasciò la stanza e scese al piano inferiore.
La casa era completamente nuova, nessuno scricchiolio ad accompagnarlo alla porta d'ingresso.
Quando l'aprì, sapeva già chi si fosse ritrovato davanti, ma ebbe comunque come un tuffo al cuore. Finalmente la sua guida spirituale, il suo mentore, era di nuovo di fronte a lui.
Lo guardò, senza lasciar trasparire alcuna emozione su quel volto privo di sentimenti.
"La stavo aspettando." Disse solo, a bassa voce.
 
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view post Posted on 16/9/2015, 15:15     +1   -1
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Non l'aveva fatto attendere molto il giovane Pellegrino. Lecter si aspettava che lo attendesse, del resto se lo conosceva bene sapeva che lui non era tipo da mancare agli appuntamenti.
Si era sempre chiesto che mimica facciale avesse un uomo tanto pericoloso e tanto temibile come il 'Drago Rosso', il secondo dopo di lui ovviamente, che aveva messo a dura prova le capacità dell'agente speciale Will Graham, portandolo quasi alla morte.
L'aveva mandato a casa Graham, quando ancora era rinchiuso nel manicomio statale di Baltimora, per mezzo degli annunci di giornale, per ucciderlo.. Fallendo.
Per poco Dolarhyde non ci rimetteva la vita in quell'occasione, si chiedeva se mai avesse premeditato vendetta in quegli anni di latitanza e di silenzio o se avesse ancora 'operato' senza fari riconoscere i suoi crimini.
Lo guardava negli occhi non appena gli fu possibile, lo scrutava, lo studiava, vederlo di persona non era certamente lo stesso di quando aveva avuto la possibilità di leggere gli articoli sui giornali dedicati al suo caso.
Pareva un uomo privo di emozioni e incapace di percepire sensazioni. Invece Lecter era sicuro che non fosse così, aveva intravisto una strana luce negli occhi di Dolarhyde, la curiosità che questa scaturì nell'uomo fu così elevata che un sorriso compiaciuto gli si formò subito sul volto.

"E' per me un piacere fare la sua conoscenza, signor Dolarhyde."

Non disse altro in attesa che il proprietario di casa lo invitasse ad entrare.
 
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view post Posted on 21/9/2015, 19:07     +1   +1   -1




:francis:

Francis, emozionato dal primo incontro col suo mentore, restò impassibile.
Si erano scritti a lungo e a lungo lo aveva adulato in lunghe lettere, ma mai si sarebbe aspettato di poterlo incontrare.
Era onorato che il Dottor Lecter fosse uscito allo scoperto solo per lui.

"Non sapevo se avrebbe accettato." Disse a bassa voce, con il Drago che gli imponeva di guardarlo dritto negli occhi; senza di lui, probabilmente, si sarebbe sentito intimidito.
Poi Francis si fece da parte, attendendo che il suo sacro ospite varcasse la soglia.
Aveva fame ed era ansioso di potersi mettere al servizio di Hannibal, come ai vecchi tempi.
 
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view post Posted on 21/9/2015, 19:50     +1   -1
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Varcò finalmente la soglia dell'abitazione ed entrando nel suo interno cominciò a guardarsi attorno in cerca di nuovi dettagli, nuove figure, nuove immagini che potessero ampliare la conoscenza che aveva sul Drago Rosso. Si era sempre chiesto come sarebbe stato incontrarlo di persona infondo, era sempre stato capace di mostrargli il suo rispetto, la sua devozione, era bastato chiedergli una volta di uccidere Will Graham che lui subito aveva eseguito l'ordine senza ribattere. Lecter per un istante soltanto immaginava d'essere per Francis Dolarhyde ad un livello ancora più elevato del Drago.
Sorrise rimanendo di spalle a quel pensiero prima di voltarsi verso di lui.
Non aveva visto alcun ritratto, alcun disegno, alcuna figura che potesse rappresentare la sua divinità, il Drago. Probabilmente lo teneva custodito.

"Mai avrei potuto perdere questa occasione che reca a me grande onore, signor Dolarhyde. Sono lieto di constatare quanto in questi anni lei sia stato in grado di nascondere la sua persona..."

Gli sorrise mostrando un poco gli incisivi bianchi, denti che avevano ucciso, molte, troppe volte. Denti che avevano conosciuto il sapore del sangue e ogni volta un sapore diverso che affamava Lecter sempre più.
 
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view post Posted on 29/9/2015, 19:15     +1   +1   -1




:francis:

"L'onore è indubbiamente mio, dottor Lecter." ribattè subito Dolarhyde.
Abbassò lo sguardo e gli passò oltre, facendoli strada verso un grande salotto al piano terra. L'arredamento non era stato scelto da lui, aveva preso quella casa così com'era e così la lasciò. L'unica parte dell'abitazione a cui dedicò attenzione era il suo stesso "santuario", quello dove si trovava poco prima dell'arrivo del suo ospite.

Si voltò verso la soglia del salotto, ora impettito e visibilmente sicuro di sè.
"Lei ha capito perchè ho voluto incontrarla?" Domando duramente, come se fosse qualcun'altro.
 
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view post Posted on 29/9/2015, 19:51     +1   +1   -1
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Lecter non perdeva occasione camminando a passo lento dietro l'uomo che l'aveva accolto nella sua abitazione, di guardarsi ancora attorno ogni istante in cui gli era possibile notare dettagli o comunque sfumature nuove dell'appartamento. L'aria sapeva di chiuso, naturale, Francis Dolarhyde non gli sembrava un uomo amante del tempo libero quanto della riflessione, immaginava che le poche volte in cui si concedeva di uscire era per ordine e richiesta del Drago.
Lo vide voltarsi verso di lui. Lo psichiatra rimaneva immobile con un'espressione rispettosa in volto nei suoi confronti mentre con serietà annuì.

"Preferirei sia lei ad onorarmi nell'esporre i suoi pensieri, signor Dolarhyde."

Non avrebbe certamente voluto fargli credere che fosse un uomo prevedibile, infondo era da tanto che voleva avere la possibilità di parlare con lui, non avrebbe di certo perso occasione di sentirgli aprire la mente per condividere ciò che nel suo interno aveva progettato e partorito da chissà quanti anni.
 
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view post Posted on 4/10/2015, 19:57     +1   +1   -1




:francis:

"Per terminare ciò che è rimasto incompiuto."
Rispose con aria dura. "Il sacrificio di Graham, il dono che Francis non è stato in grado di darle." Aggiunse con tono accusatorio.
In quell'occasione, il Drago aveva rischiato di perdere l'unico corpo in grado di ospitarlo, ma ora era certo che non avrebbe più fallito.
"Incolpo quella donna per il suo fallimento." Proseguì poi. "Per un attimo lo aveva rammollito, ma ora, con i giusti provvedimenti, è tornato ad essere degno di me."
Francis era stato costretto a patire insulti e umiliazioni per poter nuovamente ottenere la fiducia del suo padrone.
"Dottor Lecter.." Lo sguardo truce che fino a poco fa si era impadronito del volto dell'uomo era sparito, lasciando strada all'espressione insicura e apparentemente innocua di Francis. "Il Drago pretende vendetta. Ed io voglio accontentarvi entrambi."
Fece una pausa, abbassò lo sguardo e sospirò impercettibilmente. "Lei sa dove si trova, Will Graham."
 
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view post Posted on 7/10/2015, 20:19     +1   -1
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Lo sguardo di Dolarhyde lentamente pareva inglobare in se una strana luce, il colorito delle pupille che repentinamente si dilatavano, pareva essere di un azzurro più intenso, più profondo, quasi blu ma a tratti con riflessi rossi. La stessa voce dell'uomo era quasi diversa, più roca, più bassa, il colorito della pelle più roseo, le vene del collo più evidenti. Quella trasformazione nel Drago, nel suo padrone, nel suo Dio, era avvenuta per un attimo sotto i suoi stessi occhi.
Lecter sentì di provare un brivido in quel momento, non di paura, non di timore e nemmeno dato da un'impressione negativa era bensì un brivido dato unicamente dall'emozione avvertita di fronte ad un evento che probabilmente in pochi avrebbero avuto la fortuna di osservare e conservare nella memoria rimanendo in vita.
Lo psichiatra poco dopo vide quegli occhi spegnersi di nuovo, la pelle impallidirsi, le vene rientrare, ora era di nuovo Francis, ma quanto Francis poteva essere differente dal Drago? Quanto in Dolarhyde vi era del Drago e quanto in quest'ultimo vi era di Francis?

"Io so dove si trova."

Ripetè in risposta rivolgendosi ne a Francis ne al Drago, ma alla figura umana che aveva di fronte, fatta di carne e di ossa.

"So anche che lui sta cercando anche te, oltre che me."

Aggiunse con un filo di voce, gli dava del tu. Si chiedeva se questo avrebbe potuto infastidire in qualche modo l'uomo che aveva di fronte. Inspirò profondamente riempendo i polmoni di quell'aria che sapeva un po' di umido dato l'ambiente circostante.

"E noi non desideriamo altro."
 
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view post Posted on 25/10/2015, 20:17     +1   +1   -1




:francis:

Francis notò immediatamente il modo in cui Lecter si rivolgeva a lui. Quel "tu" gli trasmise un senso di confidenza, come se i due fossero già in una certa intimità, ma non dimostrò di esserne compiaciuto e il suo voltò non mutò.
Ovviamente, Francis continuava a dargli del "lei" per mostragli il rispetto che meritava.

Sapendo (e ripudiando gelosamente) del rapporto tra Lecter e Graham, Dolarhyde ribadì "Vorrei che organizzasse un appuntamento, Dottor Lecter." Disse. "Una trappola, se mi concede questo favore."
 
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view post Posted on 25/10/2015, 21:30     +1   -1
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Era certo che quel tentativo di creare una forma di confidenza fra i due, dandogli appunto del 'tu' sarebbe stato colto da Dolarhyde e lo aveva mostrato appunto non battendo minimamente ciglio. aveva notato come egli invece aveva voluto continuare a dargli del lei, il rispetto che questo giovane pellegrino voleva avere nei suoi confronti era sempre a livelli esponenziali. Lecter gli rivolse un sorriso annuendo lentamente, in verità aveva già in mente un piano e questo l'avrebbe esposto a tempo debito al signor Dolarhyde.

"L'incontro ci sarà, questa volta sarò io ad organizzarlo, e non a distanza."

Era stato coinciso breve e chiaro. Sapeva che questo a Dolarhyde sarebbe bastato, almeno per il momento, quello che c'era da fare era solamente entrare in contatto con un terzo, colui che indubbiamente sarebbe stato il loro collante verso l'obbiettivo: Will Graham.
 
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MissWhite
view post Posted on 23/1/2016, 00:11     +1   +1   -1




:francis:

Francis per un attimo rimase spiazzato. Non si aspettava questa sua rapida affermazione e tanto meno non si aspettava che cedesse Graham in pasto ai lupi. .. o, in questo caso, al Drago.
Quindi esitò un secondo guardandolo con i suoi occhi penetranti e freddi al tempo stesso, cercando di capire se le sue intenzioni verso Graham fossero nocive tanto quanto lo desiderava.

Il dottor LecTer avrebbe organizzato personalmente. Voleva forse dire che erano in contatto? Forse era ancora il prediletto?

Prese un respiro e si obbligò a formulare la domanda cercando di scandirla il più perfettamente possibile.
"Cosa ha in mente, dottor lecter?" Domandò lentamente.
Domando incerto. "Lui deve essere trasformato."
Graham non era degno di stare al cospetto di Lecter e del Drago con le sue attuali spoglie.
Ma forse desiderava solo toglierlo di mezzo, ucciderlo.
 
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view post Posted on 8/4/2016, 10:13     +1   -1
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Gli occhi gelidi del dottor Hannibal Lecter imanevano puntati su quelli di Dolarhyde senza distaccarsi nemmeno per un momento. Respirava piano, lentamente e profondamente senza distrarsi un momento. Sapeva che Dolarhyde aveva inteso, sapeva che il Drago ora si sarebbe mobilitato per far si che lui decidesse di agire nel modo più giusto e consono alla situazione. Non avrebbe ora concesso che il giovane pellegrino mettesse in pericolo la sua persona, Will Graham sapeva che Dolarhyde era ancora in circolazione, sapeva che non sarebbe rimasto in silenzio a lungo la caccia era solamente in pausa e se Francis si fosse messo allo scoperto con tanta facilità, Will l'avrebbe potuto prendere. Era deciso a collaborare con qualcuno per mettere a rischio ancora una volta la vita del giovane profiler, lui stesso aveva un conto in sospeso con Will, ma Dolarhyde non andava messo in pericolo, non questa volta.
Gli sorrise, non servì altro da dire al riguardo.

"Sto partendo, Francis, non ti chiedo di fare altrettanto e... Nemmeno il Drago lo vorrebbe..."

Pronunciando quel nome Lecter si sentì in dovere di abbassare un solo istante lo sguardo, un segno di rispetto verso quella che Dolarhyde riteneva una divinità, lui mai gliel'avrebbe oltraggiata.

"Ma ti aspetterò, sai dove, sai quando ma soprattutto il perchè."

Tornò a guardarlo quasi in segno di saluto e compì passi indietro che lo condurono nuovamente sulla soglia della porta che oltrepassò per uscire dalla dimora del giovane pellegrinò, ora era una sola la meta da raggiungere e Lecter la conosceva bene e non avrebbe tardato a presentarsi laddove era richiesto.
 
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