La Dottoressa Bedelia Du Maurier aveva una pronuncia francese impeccabile, tanto che nessuno avrebbe mai sospettato avesse anche nazionalità americana. La Francia, il suo stato natale, le era sempre rimasto nel cuore in tutti gli anni trascorsi a Baltimora, nel Maryland. A Sant'Emilion aveva tutti i ricordi della propria infanzia ma ormai il casolare dei Du Maurier era in rovina, quindi non riusciva più a considerarla come la casa di un tempo, il suo rifugio emotivo.
Per questo aveva scelto Parigi, ritirandosi e assumendo il cognome materno: Carrie.
La Dottoressa Du Maurier era diventata assai famosa per vicende di cronaca nera legate l caso del suo ex paziente Hannibal "the cannibal" Lecter, uno dei più brillanti psichiatri d'America, noto per aver servito ai suoi amici e ospiti pietanze a base di ...carne umana.
Era stata scoperta la sua "dispensa degli orrori" dopo la sua fuga in Europa, scampato per un soffio alla cattura dell'Fbi che iniziava a sospettare fosse lo Squartatore di Chesapike. Tuttavia la squadra di Jack Crawford non era stata abbastanza lesta e previdente.
A ciò si doveva la sua fuga alla volta dell'Europa ma con sorpresa di tutti non da solo. No. La sua psichiatra era con lui. Complice? Amante? Anche lei killer?
Magari tutte e tre le cose. Vittima oppure ostaggio?
Molti l'avevano creduta già morta. O certamente con poche probabilità di sopravvivenza con un simile "marito".
La verità era che non aveva mai smesso di essere la sua terapista, sapeva che solo a questo doveva il fatto di essere sopravvissuta a quegli otto mesi sotto la falsa identità di Lydia Fell. Il Dr Lecter l'aveva sempre stimata come donna, collega e sua terapista, lo aveva capito conoscendolo da molti anni, o meglio, conoscendo la versione che lui aveva scelto di mostrarle.
Lei, la prima e sola che aveva intravisto tra le sue cuciture la sua vera natura, aveva sempre avuto un piano su come uscire da quella situazione. Aspettava in realtà il momento giusto.
E quando questo avvenne lei seppe cosa dire alla questura di Firenze. Non aveva potuto fare altro che patteggiare per la propria libertà, evitando di essere incriminata per favoreggiamento e complicità, rivelando la vera posizione di Hannibal.
Ovviamente Hannibal le aveva iniettato dei farmaci e con l'ipnosi le aveva fatto credere di essere la moglie del facoltoso Professore Roman Fell, Lydia.
Quindi lei essendo stata manipolata, una vittima, non aveva mai avuto la consapevolezza di essere in realtà qualcun altro.
Questa era stata per tutti la sua versione dei fatti, confermata in seguito dallo stesso Lecter. Ma solo loro due sapevano la verità.
Tornata alla sua normale routine di Baltimora, per quanto fosse possibile, era ormai nota a tutti come "la sposa di Frankeinstein" tuttavia anche questa volta sapeva come muoversi, che parte recitare, come sopravvivere.
Disse ancora una volta ciò che gli altri si aspettavano da lei, fu straordinariamente facile. Ma non poteva giocare con il proprio inconscio come con gli altri. Non era così facile mentire a se stessi. Per questo, alla fine, stanca di quei riflettori puntati su di sé, anni dopo l'uscita del suo libro sul Dottor Lecter, seminari conclusi, si era ritirata, decisa a sparire per tutti e ricominciare da zero.
Così quel bell'appartamento a Mom Artre, acquistato dalla bionda e fine Bedelia Carrie, era da qualche mese la sua nuova casa e lì sperava di acquisire quanto meno la pace con se stessa.
Giorno dopo giorno aveva i suoi spettri e cicatrici da affrontare ma era un percorso necessario da compiere da sola. Se non senti più il dolore puoi imparare a controllarlo.
Era rientrata da poco da una serata all'opera, avevano dato la Traviata, una perfetta esecuzione,li dieci minuti di applausi, era contenta di essersi concessa quel lusso. Percorse il lungo corridoio silenzioso, strano. Era certa di aver lasciato la luce accesa.
Non si accorse di nulla, se non quando ormai era troppo tardi. . Solo un'ombra, una folata di vento. E il buio. Il vero buio. Un buio in cui tutto sapeva di cloroformio. Poi la sensazione di cadere, ma sorretta da qualcuno.
Vago' nel limbo dell'incoscenza per un tempo a lei indefinito.
Alla fine le giunse alle narici un profumo intenso di fiori.
Quello la svegliò. Ed aprì gli occhi. Sbatte' più volte le palpebre, stentava a riconoscere la propria sala da pranzo, per quanto fosse imbandita.
Una gran cena degna di un matrimonio, che risveglio' in lei sopiti fasti e incubi.
Uno stile impossibile da dimenticare, quanto unico e facile da riconoscere, specialmente in seguito alla convivenza a Firenze.
Decisamente il suo ospite ci teneva a farsi riconoscere da lei, quanto a rivederla. Chi poteva essere altri se non lui?
La sua firma era la portata principale di quella cena e faceva bella mostra di sé su un vassoio d'argento: una gamba umana perfettamente cucinata ed esposta elegantemente.
Il panico si impadroni' di lei.
L'adrenalina le stava correndo in circolo e si opponeva all'effetto dei farmaci che invece la volevano immobilizzata li.
Ma provava ancora l'istinto primario di combattere o fuggire. Non era da lei arrendersi. Prese degli ampi respiri per calmarsi. Fu così che notò che non indossava più lo stesso abito dell'opera. O meglio. ..non ricordava proprio di averlo mai avuto un abito così. Non era il momento di distrarsi e perdere secondi preziosi in quel modo.
Era certa sarebbe arrivato presto, doveva essere forte. Non sapeva cosa avrebbe provato nel rivederlo.
Lentamente stava riacquisendo sensibilità alle mani, flettendo le dita capi' che poteva muoverle e tranciare con la propria forza di volontà quei fili invisibili.
Non aveva molte possibilità e certamente non
avrebbe avuto altre possibilità in seguito.
Il primo oggetto che vide fu una forchetta per le ostriche. Avrebbe sorriso per l'ironia.
Ostriche, marsala e noci: per insaporire la carne.
L'afferro' e abbassò subito la mano, nascondendola nelle pieghe del lungo abito nero di pizzo.
Il tempo era scandito solo dal un antico orologio a dondolo e dal ritmo del proprio respiro.
Un altro palco. Un'altra scena.
Presto sarebbe entrato l'attore principale e regista di quella commedia.
Chi gioca, paga.
La carne era nuovamente sul menù.
Poteva solo sperare che non fosse la propria.
Edited by Eva Irene Adler - 31/8/2015, 01:59